TARANTO – La procura dispone il sequestro preventivo d’urgenza di 633mila euro che Amiu doveva versare ad un commercialista!

È stato il sostituto procuratore della Repubblica Lucia Isceri, con il
visto del procuratore Eugenia Pontassuglia, a disporre nei giorni scorsi il
sequestro preventivo d’urgenza della somma di 633mila euro che Amiu a breve
avrebbe dovuto versare a De Bellis.
Nell’indagine, partita dalla denuncia presentata dall’attuale presidente
del cda Amiu Gianpiero Mancarelli, è coinvolto - per il solo reato di peculato
– anche Rocco Lucio Scalera, dirigente dell’Amiu sospeso dopo la bufera sui
concorsi sospetti su cui sta ancora indagando la magistratura.
L’inchiesta
ruota infatti attorno a una mail con la quale, il 12 luglio 2018, proprio
Scalera avrebbe quantificato in 989mila euro il compenso per De Bellis per
l’attività svolta in due procedimenti amministrativi con l’Agenzia delle
Entrate che chiedeva il pagamento di cifre del valore complessivo di 12 milioni
di euro.
Secondo le indagini svolte dai finanzieri del comando provinciale di
Taranto Scalera avrebbe calcolato il compenso ignorando due aspetti
fondamentali della vicenda. Il primo è che nel 2010 il cda di Amiu aveva già
assegnato l’incarico di seguire le due pratiche all’avvocato Stefano Fumarola.
Il secondo è che l’azienda oltre ad aver concesso a Fumarola la possibilità di
avvalersi della collaborazione di De Bellis «che già aveva in corso un incarico
con Amiu», aveva decretato per quest’ultimo un compenso di 5mila euro. Una
cifra che 8 anni più tardi è lievitata al punto da sfiorare il milione di euro.
Nel 2019, inoltre, Scalera avrebbe sottoscritto con De Bellis una
scrittura privata riconoscendogli un compenso di 532mila euro per il primo
grado di giudizio dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Taranto e
di altri 456mila euro per il secondo grado dinanzi alla Commissione Tributaria
Regionale della Puglia.
«Somme – scrive il pubblico ministro Isceri - di molto superiori al
compenso fissato in 5mila euro dalla delibera del 20 maggio 2010 e in ogni caso
esorbitanti rispetto all’effettiva attività svolta».
Ma non è tutto. Grazie a
quella scrittura privata Scalera avrebbe consentito a De Bellis di ottenere la
somma di 244mila euro, in rate mensili da 8750 euro fino a gennaio 2021, e quando nel 2019, il presidente Mancarelli ha sospeso il pagamento di quelle
rate mensili, De Bellis ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Taranto un
decreto ingiuntivo di 745mila e minacciando l’esecuzione forzata del
provvedimento avrebbe ottenuto nel 2022 altre somme.
A luglio dello stesso anno, però, avrebbe poi dato seguito al
pignoramento per la somma complessiva di 633mila euro: un «profitto ingiusto»
secondo la Procura che ha così bloccato quella somma prima che arrivasse sui
conti del consulente. Ed è per questo che il pm Isceri ha contestato l’ipotesi
di reato di estorsione per le somme già incassate e di tentata estorsione per
quelle che invece sono state sequestrate prima del versamento.
Il 24 marzo scorso sono stati i militari delle fiamme gialle a eseguire
il sequestro e a notificare gli atti all’indagato: nei prossimi giorni il
sequestro dovrà essere convalidato dal giudice per le udienze preliminari.